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Attualità

I furbetti dovranno dire addio a Spotify piratato: ecco come lo bloccherà Google

Google ha deciso di prendere posizione e bloccare Spotify pirata. I furbetti dovranno dire addio al metodo illegale: ecco che cosa sapere. 

Sono tante le persone che decidono di caricare sul proprio smartphone un’app modificata rispetto a quella ufficiale firmata dagli sviluppatori. Si tratta di un servizio pirata che adesso verrà messo al bando dall’azienda che ha il suo quartier generale a Mountain View in California.

Addio a Spotify pirata con Google – venezialeondoro.it

Spotify è tra le piattaforme più famose e scaricate in tutto il mondo, con la quale è possibile ascoltare musica gratis sul cellulare oppure sottoscrivere un abbonamento a pagamento per passare la pubblicità. Nonostante si possa usare anche senza pagare, sono tanti gli utenti che aggirano le regole e decidono di scaricare un’app pirata. Le cose però stanno cambiando, visto che Google ha deciso di mettere al bando Spotify illegale grazie a Google Play Integrity API.

Spotify illegale addio: arriva Google Play Integrity API

Alcuni utenti hanno iniziato a veder comparire il messaggio “Scaricala dal Play Store” quando provano a installare un’app da un qualche store non ufficiale. Google Play Integrity API è una funziona richiesta dagli sviluppatori all’azienda americana che vogliono debellare l’app “craccata” che permette di fruire di un servizio Premium senza pagare.

Arriva Google Play Integrity API – venezialeondoro.it

In sostanza, quindi, tutti coloro che proveranno a installare l’app da uno store non ufficiale saranno avvisati prontamente da Google che non possono portare a termine l’intenzione perché devono rivolgersi allo store ufficiale. Questo avviso vale solo se la piattaforma appare modificata rispetto alla firma e ai certificati che vengono generati dagli svilupparori.

La funzione Google Play Integrity API si attiverà sa n fase di installazione che in fase di aggiornamento, e ha come obiettivo quello di bloccare due eventi: il primo è quello di debellare l’app pirata che permette di eliminare la pubblicità o sbloccare le funzioni che si attiverebbero solo con l’abbonamento; il secondo è evitare che vengano installate app su dispositivi per i quali gli sviluppatori non desiderano che siano installate.

Questo vale non solo per Spotify, ma anche per altre applicazioni soggette a pirateria. Pensiamo ad esempio all’app di intrattenimento streaming Now, ma anche la GCam di Google. In questo modo, quindi, si vuole mettere fine alla violazione della proprietà intellettuale. Per il momento Google Play Integrity API non è disponibile per tutti gli utenti, ma presto la platea si allargherà perché l’idea è quella di estenderla a tutti.

Isabella Insolia

Classe 1993. Ha una laurea magistrale in Studi Politici e Internazionali e un Master in Comunicazione. Offre una lente d’ingrandimento sulla società attraverso uno sguardo sulla società: dall’economia alla politica, senza tralasciare il gossip. Ama il cinema e la musica, arti che hanno sempre sciolto quesiti latenti.

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