Molti compiono questo errore comune non dichiarando il domicilio quando è diverso dalla residenza. Quello che bisogna sapere.
Residenza, domicilio e dimora sono cose differenti per la legge italiana. Con residenza si intende il luogo dove abitiamo abitualmente, da dichiarare obbligatoriamente visto che qui trascorriamo la gran parte dell’anno e riceviamo le comunicazioni ufficiali. Il domicilio invece è la sede dei nostri affari e dei nostri interessi.
L’ordinamento giuridico contempla anche la dimora: il soggiorno temporaneo, occasionale, che non è obbligatorio dichiarare. Per tornare alla distinzione tra residenza e domicilio, nulla vieta che le due cose possano coincidere. Ma non è sempre il caso: il domicilio può benissimo essere situato altrove.
Se non viene dichiarato diversamente, domicilio e residenza coincidono di “default”. Quando residenza e domicilio non coincidono, il cittadino non ha strettamente l’obbligo di dichiararlo, salvo che la cosa non si renda necessaria per specifiche esigenze. C’è però un errore commesso da tanti.
Può essere infatti un errore – o meglio una svista che complica parecchio le cose – non comunicare il domicilio diverso dalla residenza. Pensiamo a un professionista che ha bisogno di mantenere separata la sua vita privata da quella professionale. O ancora a uno studente universitario fuori sede dalla propria città di residenza.
Sia il professionista che lo studente possono indicare l’ufficio o l’appartamento nella città universitaria come domicilio in modo da ricevere a quel recapito la corrispondenza e ogni altra comunicazione relativa alla propria attività lavorativa o di studio. In caso contrario chi passa molto tempo lontano dalla propria abitazione rischia di non ricevere in maniera tempestiva comunicazioni importanti.
Un avvocato ad esempio potrebbe ricevere in ritardo la notifica relativa a una causa legale. Anche nel caso di trattamenti sanitari fuori sede la mancata dichiarazione di domicilio può portare a ritardi importanti nella ricezione delle comunicazioni, con le relative ripercussioni sulla gestione delle pratiche burocratiche e della documentazione.
Quando non dichiariamo un domicilio diverso, ogni comunicazione sarà inviata al nostro indirizzo ufficiale: quello di residenza. Come si deve fare per dichiarare il domicilio? Salvo casi particolari, non serve seguire una procedura formale per la dichiarazione di domicilio. In genere basterà indicalo all’interno di un modulo o di una dichiarazione dove specifichiamo l’indirizzo desiderato.
A seconda delle circostanze potremo dichiarare diversi tipi di domicilio: volontario (stabilito per esigenze specifiche e adatto per chi deve ricevere comunicazioni in un luogo diverso dalla residenza), legale (previsto dalla legge per alcune categorie come i minori, domiciliati presso i genitori o il tutore, o gli interdetti) e speciale o elettivo. Quest’ultimo serve a gestire affari specifici e può essere temporaneo, come nel caso di avvocato che se ne serve per ricevere comunicazioni durante una specifica causa legale.
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