Attualmente il raggiungimento della pensione in anticipo è possibile anche nel 2025 attraverso due specifiche opzioni: quali sono i requisiti.
Ci sono persone che potrebbero lavorare all’infinito e che, una volta raggiunta l’età pensionabile (i 67 anni attualmente in base ai dati Istat sull’aspettativa di vita) continuano a svolgere dei lavori per tenersi occupati e per aggiungere un compenso ulteriore ad una pensione che in molti casi non è sufficiente a coprire il costo della vita.
Altri invece lavorano per necessità e sognano che l’età pensionabile possa essere raggiunta prima del previsto per potersi dedicare alle proprie passioni, agli hobby, alla cura dei familiari e perché no, alla propria. L’attuale sistema pensionistico è basato sulla Legge Fornero e prevede che la pensione standard si raggiunga a 67 anni di età con un minimo di 20 anni di contributi utili.
In questi anni sono stati offerti diversi scivoli pensionistici: Quota 104 (prima 102 e 100), Opzione Donna e Ape Sociale. Il primo scivolo prevede che si raggiunga i 104 anni tra età anagrafica e età contributiva (ad esempio 64 anni e 40 di contributi), ma anche che l’ammontare della pensione sia inferiore per gli anni che separano dal raggiungimento della soglia standard.
Opzione Donna permette di andare in pensione a 58 anni alle lavoratrici dipendenti e 59 anni a quelle autonome se hanno raggiunto i 35 anni di contributi, mentre Ape Sociale consente di ottenere la pensione a 63 anni, ma solo a quelle categorie di lavoratori che svolgono mansioni gravose.
Premesso che ci potranno essere dei cambiamenti in tal senso una volta approvata la legge di bilancio 2024, è plausibile che Opzione Donna e Ape Sociale vengano confermate, mentre è più difficile che si dia ulteriore proroga allo scivolo pensionistico Quota 104. Sarà dunque possibile per i lavoratori che non sono donne e non svolgono mansioni gravose andare in pensione in anticipo.
Salvo colpi di scena clamorosi l’anticipo della pensione sarà ancora previsto per coloro i quali raggiungono la soglia contributiva di 42 anni e 10 mesi se uomini e 41 anni e 10 mesi se donne. Tale opzione fa parte della riforma pensionistica strutturale ed è garantita da quanto scritto nel D.L. n. 201/2011 all’art. 24 co. 10. Alla maturazione del requisito, dunque, i lavoratori possono fare richiesta di pensionamento all’INPS anche se hanno 59 anni.
Per coloro i quali non dovessero raggiungere il requisito contributivo con i contributi utili, è possibile versare quelli figurativi, oppure volontari o ancora sbloccare quelli da riscatto. Tali contributi sono considerati validi per la richiesta, però, solo ed esclusivamente se sono stati raggiunti almeno 35 anni di contributi utili.
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