Presto le famiglie italiane potrebbero dover dire addio alla detrazione per i figli fiscalmente a carico. Ecco le novità in vista.
SI avvicina la fase della discussione che porterà alla definitiva approvazione della manovra di Bilancio. Nel testo destinato a passare al vaglio del Parlamento sono presenti numerose novità in campo fiscale. Una delle più significative riguarda la detrazione per i figli a carico. Se confermata, questa misura andrà a modificare profondamente le regole attualmente in vigore.
La nuova normativa si prefigge di cambiare le cose rispetto all’attuale sistema delle detrazioni. L’obiettivo del Governo è quello di arrivare a ridefinire i parametri delle detrazioni IRPEF (ovvero l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) per i figli fiscalmente a carico. Le novità però potrebbero non piacere alle famiglie dello Stivale.
In molti si chiedono cosa cambierà esattamente per le famiglie italiane rispetto ai criteri che ad oggi permettono ai genitori di poter accedere alle detrazioni fiscali per i figli a carico. A quanto pare le modifiche andranno a toccare le soglie che danno diritto alla detrazione.
Attualmente la normativa fiscale prevede la possibilità per i genitori di usufruire di una detrazione IRPEF per i figli fiscalmente a carico soltanto se il reddito totale dei figli è inferiore a ben determinate soglie, ovvero 2.840,51 euro annui per figli di qualsiasi età e 4.000 euro annui per i figli minori di 24 anni (entrambe al lordo degli oneri deducibili).
Con la legge di Bilancio 2025 le cose dovrebbero cambiare per i figli over 21. Una volta compiuti 30 anni, i figli non saranno più considerati a carico dei genitori, a prescindere dal reddito. La soglia dei 2.840,51 euro non conterà più. Anche il figlio disoccupato a 30 anni non sarà più a carico dei genitori.
Di conseguenza i genitori non potranno detrarre un centesimo per i figli disoccupati o a basso reddito dal momento in cui questi avranno compiuto trent’anni, Una eccezione a questo limite così stringente sarà rappresentata dai figli disabili. Anche una volta superata la fatidica soglia dei 30 anni il figlio disabile continuerà a essere a carico dei genitori, sempre che il reddito non superi la soglia di reddito pari a 2.840,51 euro annui.
Da anni si dibatte – senza grande lungimiranza, va detto – dell’atavico problema dei cosiddetti “bamboccioni” che per un motivo o per l’altro non riescono a raggiungere l’autonomia economica. Come si può ben vedere le novità potrebbero avere significative ripercussioni su numerose famiglie italiane, specialmente quelle con figli adulti che stentano a trovare un lavoro stabile e non arrivano a guadagnare i poco più di 2.840 euro all’anno della soglia limite.
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