In pensione a 67 anni anche per chi percepisce un assegno di invalidità ordinaria e abbia anche altri requisiti.
Il sistema previdenziale prevede che coloro che percepiscono l’assegno di invalidità con indennità di accompagnamento, otterranno il passaggio automatico alla pensione di vecchiaia. Tale passaggio è prevista all’età di pensionamento ordinario di 67 anni.
La trasformazione dall’assegno di invalidità in pensione di vecchiaia è automatica, non è necessario inviare domanda di pensione. Inoltre, l’INPS garantisce la continuità economica senza interruzione del trattamento.
Pensione a 67 anni nel 2024 e nel 2025
La pensione di vecchiaia è una prestazione previdenziale calcolata con il sistema retributivo o misto (contributivo più retributivo). Possono fare richiesta i lavoratori del settore privato, pubblico e autonomo che posseggono un’anzianità contributiva di minimo 20 anni al compimento di 67 anni.
Al fine del raggiungimento del requisito contributivo è valida la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata (da riscatto, da lavoro, figurativa o volontaria). I lavoratori che hanno iniziato a lavorare dal primo gennaio 1996 rientrano nel sistema contributivo, e oltre a soddisfare il requisito contributivo e anagrafico, devono anche soddisfare il requisito di avere un importo della pensione superiore a una volta l’assegno sociale. L‘assegno sociale nel 2024 è pari a 534,41 ed è erogato per tredici mensilità.
I requisiti anagrafici della pensione di vecchiaia sono soggetti all’adeguamento dell’aspettativa di vita. Per il 2024 l’età anagrafica che da diritto a questa misura è 67 anni, e rimarrà tale anche nel 2025, l’adeguamento scatterà dal primo gennaio 2026. La Manovra 2025 ha prorogato varie misure in scadenza e ha lasciato invariati i requisiti della pensione di vecchiaia. Resta salva anche nel 2025, la possibilità di accedere alla Deroga Amato che prevede un requisito contributivo di 15 anni (circolare INPS n. 16 del 2013).
L’assegno di invalidità al raggiungimento dei 67 anni (età pensionabile nel 2024) si trasforma in automatico in pensione di vecchiaia ordinaria. Questo non fa perdere il diritto all’indennità di accompagnamento, in quanto è indipendente dalla pensione. Infatti, l’indennità di accompagnamento si basa sullo stato di salute e sulla capacità di autonomia.
L’indennità di accompagnamento è valida a qualsiasi età, non c’è un limite, ed è erogata a prescindere dal tipo di sostegno economico che si percepisce (pensione o altro), a condizione che permangono i requisiti sanitari che danno diritto al beneficio. Pertanto, il beneficiario deve essere invalido al 100% e avere un’incapacità a deambulare in modo autonomo o di non riuscire a svolgere azioni quotidiane senza l’assistenza di un accompagnatore.