Esiste un metodo legale per annullare il debito annesso alle Cartelle Esattoriali e non bisogna servirsi della rottamazione: i dettagli
Le cartelle esattoriali inviate dall’Agenzia delle Entrate servono a richiedere il pagamento di tasse, multe o contributi che non sono stati versati in tempo. Se questi debiti non vengono saldati, le cartelle diventano titoli esecutivi, cioè strumenti con cui l’Agenzia può avviare azioni come pignoramenti o blocchi amministrativi. Per fortuna, i contribuenti non sono lasciati senza soluzioni e, in molti casi, possono ridurre o persino annullare i loro debiti, con o senza agevolazioni straordinarie.
La rottamazione delle cartelle è spesso una manna per chi ha debiti fiscali. Questo strumento permette di chiudere il conto con sconti significativi: si paga solo l’importo base del debito, eliminando sanzioni, interessi e altre spese aggiuntive. Inoltre, il pagamento può essere dilazionato, rendendo la spesa più sostenibile. Per molti, la rottamazione è la strada preferita per gestire i debiti con il fisco, grazie alla sua praticità e convenienza.
Quando non è disponibile una rottamazione, c’è un’altra strada che può rivelarsi utile: sfruttare la prescrizione. In pratica, i debiti con lo Stato, come quelli legati all’IRPEF, si prescrivono dopo 10 anni, ma gli interessi e le sanzioni scadono anche prima, spesso dopo soli 5 anni. Se una cartella esattoriale è vicina alla prescrizione, il contribuente può chiedere uno sgravio parziale, pagando solo l’importo principale del debito ed evitando di pagare sanzioni e interessi.
Questa possibilità è stata confermata di recente dalla Corte di Cassazione, che ha stabilito che i contribuenti hanno diritto a chiedere uno sconto sui debiti prescritti. È importante ricordare, però, che questo sgravio non è automatico: il contribuente deve presentare una richiesta formale per ottenere questo beneficio.
In alcuni casi, è possibile ottenere l’annullamento completo della cartella attraverso la sospensione legale della riscossione. Questa soluzione è prevista dalla legge e si applica in situazioni specifiche, per esempio se il contribuente ritiene che la cartella sia errata o ingiusta. Avviando una procedura di autotutela presso l’Agenzia delle Entrate, il contribuente può chiedere che la cartella venga riesaminata e, se ci sono motivi validi, annullata in tutto o in parte.
Le situazioni che consentono di chiedere la sospensione legale sono:
Per ottenere la sospensione legale, il contribuente deve inviare la richiesta all’Agenzia delle Entrate-Riscossione entro 60 giorni dalla notifica della cartella. Una volta ricevuta la richiesta, l’Agenzia ha 10 giorni per informare l’ente creditore, e se l’ente non risponde entro 220 giorni, la cartella può essere annullata del tutto.
Affrontare le cartelle esattoriali può sembrare un incubo, ma con le giuste informazioni è possibile trovare una via d’uscita. Tra rottamazione, sgravio per prescrizione e sospensione legale, i contribuenti hanno a disposizione diverse opzioni per ridurre o eliminare i propri debiti. Conoscere queste possibilità permette di risolvere il problema in modo sostenibile.
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