Un genitore fino a quando è obbligato, secondo ciò che dice la Legge, a mantenere i propri figli: tutto ciò che c’è da sapere
In Italia, l’obbligo dei genitori di mantenere i figli è regolato dal Codice Civile e dalle interpretazioni della Corte di Cassazione, che ha negli anni delineato i confini di questa responsabilità.
Fino a quando un genitore deve provvedere economicamente al mantenimento del proprio figlio? È un tema che coinvolge aspetti legali, economici e morali e suscita sempre più interesse, soprattutto in un’epoca in cui i giovani trovano maggiori difficoltà ad affacciarsi al mondo del lavoro.
L’articolo 315-bis del Codice Civile stabilisce chiaramente che i genitori hanno il dovere di mantenere, istruire ed educare i figli, tenendo conto delle capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni dei giovani. Questa responsabilità non cessa automaticamente al raggiungimento della maggiore età del figlio, ma prosegue fintanto che il figlio non sia autonomo economicamente. L’autosufficienza economica rappresenta dunque il principale criterio di riferimento.
In passato, il mantenimento era tradizionalmente considerato cessare con il compimento del diciottesimo anno d’età o con il completamento degli studi superiori. Tuttavia, la situazione socio-economica attuale ha fatto sì che tale limite si estenda anche oltre i venticinque anni, a seconda delle circostanze individuali, come la durata degli studi universitari, le possibilità di trovare un’occupazione e le condizioni di salute del figlio.
L’obbligo di mantenimento dei genitori termina formalmente solo quando il figlio raggiunge una comprovata indipendenza economica, ovvero una condizione di autosufficienza che gli permetta di sostenersi da solo. Questo non implica necessariamente un contratto a tempo indeterminato o uno stipendio elevato, ma una stabilità sufficiente a non dipendere dai genitori per le necessità di base.
Inoltre, l’obbligo decade anche se il figlio dimostra una chiara mancanza di volontà nell’impegnarsi per raggiungere un’indipendenza economica. In questi casi, la giurisprudenza ha chiarito che il genitore può sospendere il mantenimento se il figlio, nonostante le opportunità offerte, rifiuta costantemente di cercare o mantenere un lavoro, manifestando una scarsa motivazione a raggiungere l’autosufficienza.
La giurisprudenza ha riconosciuto che alcune attività, come il completamento degli studi universitari, tirocini formativi e praticantati, non possono essere considerati di per sé una prova di autosufficienza economica. Tuttavia, è importante che il figlio si dimostri diligente e motivato nello svolgimento di queste attività, al fine di ridurre l’onere finanziario sui genitori. In alcuni casi, la Corte di Cassazione ha stabilito che anche occupazioni temporanee, se sufficientemente retribuite, possono portare alla sospensione dell’obbligo di mantenimento, soprattutto se il giovane non sta compiendo significativi sforzi per migliorare la propria situazione economica.
Un punto particolarmente complesso riguarda i figli che, pur volenterosi, non riescono a trovare un’occupazione stabile. In questo caso, la legge e la giurisprudenza stabiliscono che l’obbligo di mantenimento dei genitori può prolungarsi. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha affermato che, in tali situazioni, è necessario valutare caso per caso: il genitore non può essere tenuto indefinitamente a sostenere un figlio adulto, sebbene debba tenere conto delle difficoltà oggettive del mercato del lavoro e della disponibilità del figlio a cercare un’occupazione.
Nel caso di separazione o divorzio dei genitori, l’obbligo di mantenimento è ripartito proporzionalmente tra i due coniugi, in base alle rispettive capacità economiche. Il genitore non convivente può essere tenuto a versare un assegno di mantenimento in favore del figlio fino a quando questi non sia autonomo economicamente. Tale assegno può essere modificato o, in determinati casi, sospeso, se il figlio raggiunge un’indipendenza economica o se altre condizioni giustificano una riduzione.
Negli ultimi anni, la Corte di Cassazione ha emesso varie sentenze per chiarire l’applicazione dell’obbligo di mantenimento. Ad esempio, con la sentenza n. 17183 del 2020, la Cassazione ha ribadito che il mantenimento può cessare anche prima dell’autosufficienza se il figlio ha dimostrato scarsa diligenza negli studi o nell’ottenere un’occupazione. Questo orientamento mira a responsabilizzare i giovani, evitando che il sostegno dei genitori sia percepito come incondizionato.
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