Alcune cartelle esattoriali verranno cancellate nel 2025: pochi mesi ancora e molti contribuenti potranno festeggiare
Nel 2025 è prevista l’entrata in vigore di una riforma della riscossione che introduce significative novità in merito alla gestione delle cartelle esattoriali, con alcune forme di cancellazione dei debiti. Tale riforma, parte del più ampio progetto di revisione fiscale, mira a ristrutturare le modalità di pagamento e recupero dei debiti verso il Fisco, con effetti per molti contribuenti che hanno posizioni debitorie.
Una delle innovazioni principali della riforma riguarda la dilazione dei pagamenti. Attualmente, i contribuenti possono richiedere un piano ordinario fino a 72 rate o, in presenza di specifici requisiti, fino a 120 mesi. Dal 2025, i piani di dilazione prevedranno una durata iniziale di 84 rate, con un graduale aumento fino a 120 rate entro il 2030, ma solo in caso di comprovata difficoltà economica.
Questa revisione ha sostituito altre misure di sanatoria che molti attendevano, come la “rottamazione quinquennale”, e risponde al bisogno di offrire maggiore flessibilità nei piani di pagamento.
La misura che più ha attirato l’attenzione dei contribuenti è il ‘discarico automatico’ delle cartelle esattoriali. Contrariamente alla percezione comune, questa disposizione non rappresenta un condono generalizzato, ma interviene solo su specifiche situazioni in cui la riscossione risulta ormai inefficace.
Il discarico automatico si applica ai casi in cui l’agente di riscossione, trascorsi cinque anni, non sia riuscito a recuperare i crediti. In tal caso, il debito rientra nella disponibilità dell’ente creditore, che potrà rivalutarne la riscossione solo se emergono nuovi elementi utili al recupero, altrimenti il debito sarà archiviato definitivamente.
I debiti interessati dal discarico riguardano posizioni considerate “inesigibili”, come nel caso di imprese fallite, contribuenti deceduti o debitori privi di beni. Se il debitore possiede un veicolo, un immobile o un conto bancario, l’agente di riscossione potrà attuare misure come pignoramenti, fermi amministrativi e ipoteche, escludendo quindi tali posizioni dal discarico.
La riforma si concentra su situazioni in cui il recupero è ritenuto antieconomico, ovvero quando i costi di riscossione superano il valore effettivo del debito.
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