Non ti conteggiano i contributi per la pensione? Ecco quali potrebbero essere le conseguenze e come agire in casi del genere per risolvere.
La pensione è un argomento molto serio, soprattutto in Italia, dove più volte si è assistito a cambiamenti di leggi e di regolamenti economici che hanno stravolto gli scenari da questo punto di vista: non solo è cambiata molto spesso l’età pensionabile e i rispettivi importi, ma è capitato di assistere anche a particolari cambiamenti, sia da enti privati che pubblici, che hanno modificato più volte le modalità dei versamenti dei contributi che, come molti sanno, sono strettamente legati alla pensione che un determinato lavoratore percepirà al raggiungimento di diversi requisiti.
Le modifiche ai versamenti dei contributi hanno portato molte persone non percepire la pensione in maniera integrale o addirittura non percepirla affatto: uno dei casi più celebri è quanto successo ai contribuenti della fondazione Enasarco che nel 2018 finirono su tutti i giornali perché si sono ritrovati senza pensione nonostante decenni di contributi versati; il caso Enasarco ha avuto un certo clamore mediatico proprio perché molti ex dipendenti dell’associazione hanno scoperto di non avere diritto alla pensione solamente nel momento in cui si sono presentati agli uffici dell’INPS per fare domanda, un caso più unico che raro dovuto ai numerosi cambiamenti di regolamento interno da parte di Enasarco stessa e anche nuove leggi governative entrate in vigore.
Il problema principale nel caso Enasarco fu il totale di anni nei quali questi dipendenti hanno versato contributi: al momento dell’assunzione il limite era fissato a 15 anni salvo poi essere alzato a 20 poco prima che molti di questi dipendenti andassero in pensione; sebbene il caso Enasarco, come detto, è più unico che raro è sempre bene controllare tutti i dettagli dei contributi versati per evitare di versarli inutilmente e non ricevere alcuna pensione in futuro.
Come controllare i contributi versati e agire se non sono conteggiati
A differenza dei lavoratori autonomi che versano i contributi autonomamente all’INPS, i dipendenti invece si rifanno al proprio datore di lavoro o alla propria azienda che versa i contributi per loro: un dipendente, dunque, non ha completa autonomia su questo fattore ed è bene dunque capire come controllare se la propria azienda o il proprio datore di lavoro sta agendo in maniera corretta; per farlo ci sono principalmente due modi: consultare il proprio cedolino paga e controllare la voce relativa ai contributi oppure accedere al portale online dell’INPS per verificare la propria posizione.
Se ci si accorge che i contributi non sono stati versati in maniera integrale oppure non sono stati versati affatto bisogna agire prima che sia troppo tardi: innanzitutto contattare il proprio datore di lavoro o la propria azienda per avere spiegazioni e se queste non vengono date allora ci si può rivolgere direttamente a un patronato o sindacato per denunciare l’accaduto oppure mandare un reclamo direttamente all’INPS che farà le dovute verifiche.
Il calcolo di contributi è molto importante perché se non viene fatto in maniera corretta c’è il rischio di non poter percepire la pensione al raggiungimento dell’età pensionabile oppure di ricevere un importo molto minore del normale.