Avete dubbi sulla scadenza della carne e pensate che le etichette non sempre rispecchino la vera data? Dal Giappone arriva un’invenzione essenziale.
La carne, uno degli alimenti che più polarizza il dialogo riguardo la bontà di una dieta equilibrata, tra chi la ritiene un ingrediente essenziale per ottenere una buona dose di proteine e chi preferisce invece sostituirla con ingredienti diversi, soprattutto a base vegetale, per diversi fattori tra cui quelli etici. Per chi invece la carne la consuma, c’è sempre un problema che viene fuori: la scadenza.
Nonostante infatti, la carne come ogni altro cibo sia soggetta a forme di controllo rigide prima di entrare in commercio, può capitare tranquillamente che, nonostante vi siano delle date riportate sulla confezione, un pezzo di carne possa arrivare a deterioramento prima del previsto. Per combattere questa tendenza, dal Giappone arriva un nuovo strumento intelligente, che farà la felicità di molti e rende più pratico fare spesa.
Dal Giappone arriva l’etichetta intelligente
Come fare a sapere se la carne che stiamo per consumare è sempre di buona qualità? Come spesso accade, la risposta arriva dall’Asia e, in particolare dal Giappone. Si tratta di un’invenzione tanto semplice quanto funzionale, che aiuterà non solo le persone a fare spesa ogni giorno ma anche i vari market di grandi distribuzioni, a non vendere carne avariata.
Si tratta di una semplice etichetta, dalla peculiare forma a clessidra (forse proprio per evidenziare il passare del tempo) che, come tutte le altre etichette, indicherà tutte le proprietà e le informazioni di quel pezzo di carne. Allo stesso tempo però, nel momento in cui la carne inizierà ad andare a male, iniziare a rilasciare ammoniaca, l’etichetta si colorerà di blu, segno che conviene non consumare più quella carne.
L’etichetta è stata disegnata dall’azienda giapponese «To-genkyo» e punta a garantire un consumo di carne non avariata, tramite un particolare meccanismo che riesce a rilevare il rilascio di ammoniaca sotto varie forme, come per esempio quella gassosa, rilasciata dalla carne quando inizia a perdere le sue proprietà. Per farlo, viene totalmente “impedito” di vendere quel particolare pezzo di carne.
Il colore blu infatti, avvolge gradualmente sempre di più il codice a barre, fino a renderlo praticamente illeggibile. Si spera in questo modo, di evitare problemi di salute legati a una carne non all’altezza degli standard richiesti dalla grande distribuzione. Un’invenzione semplice per un futuro (e un nutrimento) più sicuro.